Moacyr Barbosa, un Grande tra i Grandi…

Uno dei migliori portieri brasiliani di ogni tempo.
Che ebbe però la disgrazia di difendere i pali della porta della Seleção il giorno della gara decisiva della Coppa Rimet del 1950 quando gli ispirati Schiaffino e Ghiggia lo punirono con due invenzioni.
Un paese finì prostrato e in ginocchio sportivamente.
Un uomo, Moacyr Barbosa, vide la sua fine segnata in nazionale.
Celebrato per difendere i calci di rigore e per il suo innato piazzamento tra i pali, Moacyr Barbosa Nascimento (morto a 79 anni nel 2000, era classe 1921) difese la porta del leggendario club Ypiranga di São Paulo dal 1942 al 1944 prima di firmare nel 1945 con il Vasco da Gama. Vinse la prima edizione del Sudamericano per club nel 1948 a Santiago de Chile quando nella partita decisiva parò un rigore all’argentino Ángel Amadeo Labruna (River Plate). L’anno dopo con la nazionale verdeoro vinse la Copa América e si presentò con l’XI di Flávio Costa come favoritissimo al successo finale nel Mondiale dell’anno seguente, 1950. Già lo stentato pareggio per 2-2 contro la Svizzera avrebbe dovuto fare suonare campanelli d’allarme alla nazionale brasiliana ma la presunzione e l’esagerata fiducia nella propria imbattibilità giocarono lo scherzo finale.
Barbosa venne etichettato come uno “jettatore” e sebbene restasse al Vasco fino al 1955 non venne mai più considerato degno di attenzione ai massimi livelli. Questa nomea di sfigatore lo seguì anche nella vita di tutti i giorni in cui ottenne sempre lavori ed incarichi di secondo piano: doveva pagare “quella sconfitta” evidentemente, sebbene non ne avesse avuto praticamente colpa…
Per qualche stagione giocò col Santa Cuz de Recife e poi anche col Bonsucesso e con il Campo Grande, entrambi sodalizi di Rio de Janeiro.
Molto carina la biografia scritta su di lui qualche anno fa dal giornalista italo-brasiliano di Tuttosport, Darwin Pastorin, dal titolo: “L’ultima parata di Moacyr Barbosa”.
Ciao Grandissimo Moacyr, sei una leggenda vivente, altroché…